Dagli amici del circoletto dei fumettacci mi giunge la notizia della scomparsa di Alessandro Biffignandi, uno degli artisti che, con le sue straordinarie copertine, più hanno contribuito a rendere i tascabili sexy horror italiani vere e proprie icone della cultura pop. Romano, classe 1935, fama di bon vivant, Biffignandi era da tempo malato ma è riuscito almeno a vedere la sua opera celebrata a dovere nei volumi di pregio pubblicati dalla Scarabeo e dalla Korero, la stessa casa editrice che ha pubblicato l’altrettanto recente libro dedicato a Emanuele Taglietti.
Formatosi nello studio di Averardo Ciriello (che noi del circoletto amiamo ricordare soprattutto per le copertine di Maghella e Lucifera) e poi passato in quelli di Augusto Favalli e dei fratelli Nistri (dove farà pratica da cartellonista), Biffignandi entra nel mondo del fumetto nei primi anni ’60, una volta lasciata l’Urbe per Milano, dove lavorerà per svariate case editrici, sia italiane che straniere (la britannica Fleetway e la francese Lug). Biffignandi si cimenta anche come disegnatore (Peter Berg, Rombo Bill, Agent Special K3…) ma sono i suoi splendidi quadri ad olio a dargli la fama.
Le opere del maestro capitolino adornano le pubblicazioni più varie, dal Corriere dei Ragazzi a western come Hondo e Nevada. Noi, come ovvio, lo rimembriamo principalmente per il suo intensissimo lavoro per la Edifumetto di Renzo Barbieri. Sue le meravigliose copertine di Zora, Biancaneve, Wallestein, Cimiteria e tante altre testate, fino a quelle più spinte di fine anni ’80, dove il suo tratto limpido e brillante e i suoi colori dalla luminosità raffaellesca spesso cozzano con interni diventati, col tempo, sempre più trucidi e tirati via.
Gli anni ’90 vedranno Biffignandi tornare a Roma per dedicarsi all’illustrazione. Nella nostra memoria avrà la stessa vita eterna delle sue conturbanti vampire.
Zora, Sukia, Ulula e le altre 